De Sharbendu

La foto di De Sharbendu scelta come immagine guida di Art Site Fest, 2023 è tratta da un lavoro durato alcuni anni in alcuni villaggi Lisu, gruppo etnico tibeto-birmano che abita nelle giungle del Namdapha National Park & Tiger Reserve (NNP)

Sharbendu De (1978, India) è un fotografo artista, accademico e scrittore. È stato nel 2022 Visiting Artist Fellow dell'Università di Harvard. Nel 2018, Feature Shoot lo ha riconosciuto come fotografo emergente dell'anno. Per la sua ricerca ha ricevuto supporto dalla India Foundation for the Arts (2017), dalla Lucie Foundation (2018), dal Prince Claus Fund & ASEF (2019), dalla MurthyNAYAK Foundation (2021) e dalla KHOJ (2021). È stato selezionato, tra gli altri premi, per i LensCulture Visual Storytelling Awards (2019) e per la Lucie Foundation's Emerging Artist of the Year Scholarship (2018).

Ha lavorato a lungo in zone colpite da disastri ambientali. Ha viaggiato molto in Asia meridionale e ha fotografato storie sulla conservazione dell'ambiente, sui diritti umani, sul genere, sui diritti delle tribù.

L'alienazione dell'uomo dalla natura è stata disastrosa. Seguendo la teoria illuminista, abbiamo concepito l'uomo come eccezione, e quindi nettamente separato dal resto dell'ecosistema terrestre, di cui l'uomo è solo un altro elemento. Abbiamo glorificato le nostre imprese esemplificando noi stessi come straordinarie. Ma le tigri e i cervi, i polpi e i fitoplancton, le foreste e le montagne, le farfalle e le falene, per citarne solo alcuni, concorderebbero con questa storia come “storia assoluta"? Se potessero anche loro scrivere la storia (e il presente), cosa rivelerebbe il loro racconto?

Le comunità indigene che vivono a stretto contatto con la natura sono state sempre consapevoli di questo rapporto tortuoso tra gli esseri viventi non umani e gli altri elementi della natura.

La sconosciuta comunità indigena tibeto-burmana Lisu, che vive nelle giungle del più remoto stato nord-orientale dell'India, l'Arunachal Pradesh, crede che un mondo parallelo invisibile coesista nello stesso continuum spazio-temporale. Lo chiamano Maamimu e gli esseri umani invisibili che vi abitano sono i Musi. Dicono che per ogni Lisu c'è un Musi dall'aspetto simile nel Maamimu e che se uno soffre o muore, lo stesso destino tocca all’altro, pur non avendone conoscenza. Portali invisibili in natura collegano i due mondi e nella cultura Lisu esistono molte storie di interazioni con i Musi.

Il loro rapporto con la foresta e i suoi innumerevoli elementi è perciò influenzato da sistemi di credenze che li rendono più rispettosi della natura e dei suoi abitanti. In simbiosi con la natura come comunità autosufficiente e come "entità mitiche" (A. K. Ramanujan), i Lisu sono forieri di speranza. Il loro approccio, la gentile gestione della vita nell'oscurità della foresta è illuminante.

Realizzato nell'arco di sette lunghi anni (2013-19), ho radicato la mia pratica nella ricerca etnografica, nel lavoro sul campo e nelle interviste giornalistiche. Ho anche attinto dal simbolismo dei loro sogni e ho adottato il realismo magico e l'estetica poetica che allude ai sentimenti che provano i Lisus e al loro rapporto con la natura.

Sharbendu De